sabato 4 febbraio 2012

Ergonomia e sovraccarico biomeccanico: quale metodo utilizzare?

Quale metodologia utilizzare per la corretta valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico. Questo articolo fornisce una breve guida per orientarsi ... 
di Raffaele Di Benedetto

L'esposizione al sovraccarico biomeccanico dell'apparato muscolo scheletrico può comportare l'insorgere di patologie alle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari.

L'articolo 168 del D.Lgs. 81/2008 definisce la movimentazione manuale dei carichi come: "le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari".

Esistono diverse metodologie per la valutazione della esposizione al rischio da sovraccarico biomeccanico. Ciascuna di esse deve essere applicata in relazione alla valutazione della esposizione al rischio di un particolare distretto muscolo-scheletrico. Il D.Lgs. 81/2008 nell'allegato XXXIII nella sezione "Riferimenti a Norme Tecniche" individua nelle norme della serie UNI ISO 11228 (parti 1, 2 e 3) le metodologie da utilizzare in relazione alla valutazione del rischio tra quelle previste all'articolo 152, comma 3.

Per scegliere quale metodo applicare nelle varie circostanze è importante capire, innanzitutto, quali sono le cause del sovraccarico biomeccanico e quali distretti sono interessati.

VALUTAZIONE DEL SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEL RACHIDE
Il rachide è sollecitato quando si effettuano movimentazioni manuali di carichi in attività di sollevamento, abbassamento, traino, spinta e trasporto. In tutte queste condizioni di lavoro è obbligatorio effettuare una valutazione del rischio.

Sollevamento e abbassamento dei carichi
Nel caso del sollevamento e abbassamento dei carichi la norma di riferimento è la 11228-1. In essa sono riprese e adattate le metodologie messe a punto dal NIOSH, l'ente statunitense analogo al nostro ISPESL, ed in particolare dalla Revised Lifting Index Equation sviluppata dall'Ing. Thomas Waters ed altri.
Tali metodologie sono state ulteriormente adattate per potere rispondere alle situazioni relative a movimentazioni complesse, laddove il numero di oggetti movimentati è elevato e le aree di presa e di deposito non sono ben individuabili. A tale proposito si veda il "Dossier Ambiente Lavoro Num 89/2010" di Colombini, Occhipinti ed altri.
I metodi descritti sono i seguenti:
Mono Task Lifting Index: si applica per movimentazioni semplici, ovvero quando non variano il peso del carico, il punto di presa e il punto di deposito. In pratica, si movimenta sempre lo stesso oggetto nello stesso modo.
Composite Lifting Index: si applica quando il peso è lo stesso, ma variano sia il punto di presa che quello di deposito. In pratica, si movimenta sempre lo stesso oggetto ma in modo differente.
Variable Lifting Index: si applica quando variano sia il peso sia il punto di presa e quello di deposito. In pratica, si movimentano oggetti differenti in modo differente.
Sequential Lifting Index: si applica quando si effettuano movimentazioni differenti in tempi differenti. In pratica, si effettua un compito di movimentazione poi si effettua un'altra attività non sovraccaricante, quindi si effettua una nuova movimentazione, e così via.

Trasporto
Nel caso del trasporto di carichi la norma di riferimento è sempre la 11228-1. In essa sono ripresi e adattate le "Tabelle Psicofisiche" elaborate e messe a punto da Snook e Ciriello. L'attività di trasporto è caratterizzata dal peso, la distanza, la frequenza di svolgimento del compito. L'indice di esposizione risultante dipende dal sesso dell'addetto alla movimentazione.

Traino e spinta
Per le attività di traino o spinta la norma di riferimento è la 11228-2. In essa sono descritti due metodi. Il primo prevede uno screening dell'esposizione al rischio, il secondo prevede una analisi approfondita che permette di individuare nel dettaglio l'indice di esposizione al rischio.
Il metodo di screening utilizza sempre un adattamento ed aggiornamento delle "Tabelle Psicofisiche" elaborate e messe a punto da Snook e Ciriello. Prevede l'utilizzo di Dinamometro (ovvero uno strumento per la misurazione delle forze applicate) e fornisce un indicatore della presenza del rischio.

VALUTAZIONE DEL SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEGLI ARTI SUPERIORI
Gli arti superiori sono sollecitati, oltre che dagli sforzi compiuti in relazione ai carichi, anche dalla ripetitività dei gesti e dall'assunzione di posture incongrue. Le articolazioni interessate sono le mani, il polso, il gomito la spalla ed il collo. Quando un compito lavorativo presenta ripetitività o il lavoratore assume posture incongrue, è necessario effettuare una valutazione del rischio.

Movimenti ripetitivi
La norma di riferimento per l'analisi dei compiti caratterizzati da attività ripetitive è la 11228-3. Permette di valutare il rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori. Essa riprende la metodologia OCRA sviluppata in Italia da Colombini ed Occhipinti. In essa sono presenti due livelli di indagine: il primo (la CheckList OCRA) serve per lo screening del rischio, il secondo (l'OCRA Index o Indice OCRA) permette di effettuare una analisi approfondita e di ottenere un indice di esposizione da cui è possibile risalire alla percentuale di patologici previsti in un arco temporale di 7 anni.

La CheckList OCRA: è una procedura breve per lo screening delle postazioni a rischio. In Italia è invalso l'uso di utilizzarla anche come supporto al documento di valutazione del rischio. Prevede l'individuazione del numero approssimato delle azioni tecniche svolte in un minuto da ciascun arto, la forza applicata, le posture incongrue, la presenza di intervalli di tempo di recupero e altri fattori complementari. Trattandosi di una procedura di screening è necessariamente sovrastimante rispetto all'indice OCRA.

L'Indice OCRA: è una procedura di dettaglio per l'individuazione dell'indice di esposizione al rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori. Prevede l'individuazione dei fattori organizzativi e del tempo di recupero, l'individuazione dettagliata delle azioni tecniche svolte in un minuto da ciascun arto, la forza applicata, le posture incongrue, altri fattori complementari. Fornisce un indice che è possibile correlare direttamente alla percentuale di patologici previsti in un arco temporale di circa 7 anni.

Posture incongrue
In generale, per la valutazione del rischio derivante dall'assunzione di posture incongrue si può fare riferimento alla norma internazionale ISO 11226. La valutazione può essere fatta utilizzando la metodologia OCRA, per quanto riguarda gli arti superiori.

Il Metodo RULA (Rapid Upper Limb Assessment) fornisce un indicatore della incongruità delle posture assunte dal lavoratore durante il compito lavorativo. Valuta l'assunzione di posture incongrue per il braccio, l'avambraccio, il polso, il collo, il tronco, l'utilizzo della muscolatura e la forza. L'indice di rischio derivante fornisce una indicazione sugli interventi da dovere eseguire per il miglioramento dei compiti lavorativi e le potazioni di lavoro.

VALUTAZIONE DELLA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI PAZIENTI
La movimentazione manuale dei pazienti rientra tra quelle movimentazioni straordinarie che espongono il lavoratore ad un rischio rilevante. A tale proposito, l'indicazione derivante dagli studi attuali è quella di introdurre movimentatori che eliminino o limitino la necessità dell'intervento del lavoratore durante la movimentazione, migliorare l'architettura e incrementare la formazione dei lavoratori.

Il metodo MAPO: sviluppato in Italia dai ricercatori del CEMOC, prevede la valutazione di diversi parametri legati alla numerosità dei pazienti non collaboranti o parzialmente collaboranti, al numero di operatori nei turni, formazione degli operatori, alla presenza di movimentatori, alla congruità della struttura. L'indice di rischio fornisce una indicazione della esposizione al rischio degli operatori e suggerisce le misure di intervento da adottare.

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